CAPITOLO I: GESTIONE DELLA SUPPLY CHAIN
1.2 Due modelli di gestione della Supply Chain
Nella maggior parte delle aziende, comprese le realtà individuali, si sono delineati nel tempo due modelli gestione dei
rapporti all'interno della catena di fornitura. Modelli che dipendono dalla natura delle relazioni, ed in gran parte dal grado
di interazione tra gli attori interni alla catena, la quale a sua volta determina il livello di integrazione e condivisione
di informazioni tra i vari soggetti.
Nella gestione della supply chain basata nell'approvvigionamento di commodities nei settori tradizionali, come accade nella
maggior parte delle imprese presenti nel Nord America, il ruolo dell'interazione con il fornitore è ridotto ai minimi termini
ed il cliente appena può attua mosse speculative con lo scopo di minimizzare la forza contrattuale del fornitore e la
relativa dipendenza da esso.
Questo modello contrasta con la stretta collaborazione all'interno della supply chain, che trova ispirazione nel modello
giapponese, orientato verso la realizzazione di rapporti collaborativi rilevanti e di lungo termine con i propri fornitori.
Nel modello collaborativo, i partner condividono un numero maggiore di informazioni e coordinano più risorse, promuovono
la qualità e la velocità di processo nella pianificazione di relazioni di lungo termine, basate in gran parte sulla fiducia.
Echeverri e Carroll2 individuarono nella stretta integrazione di risorse all'interno
della catena, resa possibile dal continuo trasferimento di informazioni e conoscenze, il fattore chiave del successo del
modello collaborativo. Modello che si avvale di particolari strumenti tecnologici di cui ci occuperemo più avanti.
Il modello di gestione della suppy chain di commodities è quindi usato con l'obiettivo di contenere i costi a causa
delle pressioni competitive. I rapporti con i fornitori, sono dunque molto limitati per permettere la minimizzazione
degli switching cost.
Nel mercato dei commodities, le soluzioni dell'Information Technology sono dunque usate per ottenere
dei vantaggi di efficienza, delle soluzioni di comunicazione semplificate e standardizzate che hanno bisogno almeno di
un computer standard, una connessione a internet, e un browser standard.
Una finalità dell'instaurazione di relazioni di breve termine è quindi quella di poter usufruire di una catena di fornitura
facilmente riconfigurabile a seconda dei trend di mercato, con dei vantaggi di costo di lungo termine.
Nel modello collaborativo, grazie alla stretta integrazione e allo sviluppo di network strategici, la
stretta connessione tra i vari attori nella loro attività tipica è usata come fonte di valore per ogni singolo partner.
In questo caso, strumenti tecnologici come i sistemi di EDI, gli ERP o i supply chain portals, rappresentano delle
risorse chiave per permettere l'integrazione tra i partner. Integrazione che consiste nella condivisione di informazioni
critiche, e che rende la conoscenza un vero e proprio input chiave.
Un risultato di questo modello di gestione è rappresentato, oltre che dalla riduzione dei costi e l'incremento della
qualità, dalla superiore capacità di apprendimento del dipendente, grazie sia all'organizzazione interna, che
alle conoscenze provenienti dall'esterno.
Questo fattore può essere considerato utile inoltre, anche in fase di progettazione e di sviluppo di un nuovo prodotto.
Un esempio è rappresentato dalla Toyota, che con l'integrazione con i propri fornitori, stabilì con questi obiettivi comuni
e promosse la condivisione di know-how. Il risultato non fu solo la rilevante mole di nuova conoscenza creata, ma anche il
rafforzamento dei rapporti.
Inoltre si ottenne una aumento della produttività del 14% ed i costi di inventario furono ridotti per il 25%.
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